È una cosa che si sa, ma se qualcuno non la sa, la ricordiamo: le associazioni culturali devono iscrivere, tramite una tessera, tutte le persone che frequentano le loro strutture e partecipano alle attività. Questo permette di avere una serie di coperture legali e assicurative che tutelano i soci e che sono obbligatorie per l'associazione. Obbligatorie. Per legge. Non si scappa.
Noi del Geranio, a questo scopo, acquistiamo la tessera Capit, che è comune anche ad altre associazioni.
E ogni anno abbiamo l'incubo della campagna tesseramenti, necessaria per essere sempre in regola e utile per l'autofinanziamento.
La tessera per i nostri soci costa pochi euro, ma chiedere soldi non fa piacere a nessuno. E allora tiriamo a sorte: «Chi fa le tessere?» «Io no». «Chi io?» «Ah, no, io no». «Dai, è entrato qualcuno, facciamogli la tessera». «Fagliela tu».
Beh, è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
Ma perché non ci venite incontro? Passate da noi e dritti dritti verso la segretaria dite: «Io voglio fare la tessera di socio. Ci tengo proprio». Così, spontaneamente. Laura ci rimane secca. Oppure venite in gruppo (fa ancora più scena) e con un pugno sulla scrivania urlate: «Quindici tessere. E subito!».
Sarebbe bello. Bellissimo.
Un formidabile coup de théâtre.
Sareste i nostri eroi.
E mai più l'incubo del tesseramento.
Mille grazie ai volontari della tessera che hanno lasciato la segretaria sotto choc!
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